mercoledì 20 giugno 2012

Travaglio e l'intervista/chiacchierata a Grillo.

Ha destato scalpore l'intervista di Travaglio a Grillo. Sia Domenica 17 giugno (versione cartacea del Fatto) sia oggi Travaglio risponde ad alcune critiche che, onore al merito, definisce legittime. Non riporterò integralmente gli articoli, ma solo le parti che risultano essere interessanti.

In primo luogo un'incongruenza. Travaglio dice 

Quindi se mi occupo, per la prima e l’ultima volta, delle critiche alla mia chiacchierata con Grillo, non è per giustificarmi, visto che non ritengo di avere nulla di cui giustificarmi.  
Ma se n'era già occupato domenica in prima pagina sul Fatto. Quindi non è la prima volta. Sarà l'ultima? Solo il tempo ce lo dirà.

Secondariamente parla alternativamente di intervista e di chiacchierata. Mentre pare che non sia una vera e propria intervista, ma una chiacchierata informale, ecco che ritorna il termine intervista. Quanto meno ambiguo.

Nell'articolo di domenica, poi, Travaglio dice: alcuni ci spiegano che le domande erano sbagliate, senza peraltro suggerirci quelle giuste: ma il Nichilista propone le sue e magari si meriterebbe nel secondo articolo una menzione speciale visto che sono linkate dall'edizione on line del Corsera del 14 giugno (ben tre giorni prima dell'articolo di domenica 17). Analogamente accade con Francesco Maria Del Vigo e Francesco Ferrara, con un articolo sul Giornale.it il 18 giugno, anche se alcune domande sembrano uguali a quelle del Nichilista. Ma sorvoliamo.

Travaglio sul tema dice, genericamente, che lui ha preferito dedicarsi a temi più attuali. Per questo sono manchevoli due domande, tra le altre, che copio dalle domande del Nichilista:
- Come mai parli di Internet come strumento di dialogo diretto con i cittadini, come rottura rispetto alla comunicazione unidirezionale della televisione, e non rispondi mai a nessuno, né su Twitter, né su Facebook, né sul blog? 

Perché non hai detto una parola sulle esternazioni dell’attivista del M5S Francesco Perra contro i matrimoni gay? Se non le hai sentite, te le ricordo: «A quel punto potremo anche sposarci in tre o col proprio animale».

Concordo pienamente, invece, sul concetto di non fare sconti a nessuno che talvolta viene frainteso:

Non fare sconti a nessuno non significa chiedere a tutti gli intervistati dei loro favori alla mafia, o delle loro leggi vergogna, o delle loro tangenti, o dei loro abusi di potere, anche a chi non ne ha mai fatti. Altrimenti il modello di intervistatore diventa Marzullo, che fa a tutti le stesse domande tratte dallo stesso prontuario, senza badare chi ha di fronte. Non fare sconti a nessuno significa che, se il mio amico Grillo prende tangenti o ha rapporti con la mafia o abusa del suo potere o approva leggi vergogna, dev’essere trattato come chiunque altro tenga gli stessi comportamenti, sia esso di destra, di sinistra, o di centro, o sotto, o sopra o un po’ di lato. Ma, al momento, non mi risulta che Grillo abbia avuto rapporti con la mafia, preso tangenti, fatto leggi vergogna, abusato del suo potere: se e quando lo farà, gliene chiederò conto come a tutti gli altri, anzi con più severità che con gli altri, proprio perché è un mio amico e proprio perché ha sempre detto che lui e il suo movimento sono diversi dagli altri, anzi migliori, e per questo chiedono e prendono voti. 

Nonostante tutto, anche se avrebbe potuto fare molto meglio, Travaglio rimane molto più in alto di molti giornalisti senza dignità. Almeno si degna di instaurare un dialogo in cui risponde alle critiche.

Nessun commento: