domenica 10 giugno 2012

Sallusti beffato ... poverello.

Nell'editoriale odierno, di cui avrei fatto volentieri a meno, Mortimer Sallusti parla dei vertici della RAI.





Siamo alla beffa. Un’indagata al vertice della Rai dei tecnici eticamente superiori. Non so se Monti ne fosse al corrente, ma Anna Maria Tarantola, da lui designata alla presidenza della tv di Stato, è sotto inchiesta per non aver impedito, nella sua qualità di vicedirettore di Bankitalia, l’immissione sul mercato bancario dei titoli tossici che hanno messo sul lastrico migliaia di risparmiatori e imprenditori.  


Problema ovviamente enorme. Come ovviamente problema enorme era la casa di Fini a Montecarlo in cui il metodo Boffo ha raggiunto il suo massimo apice.


Accuse pesanti, se non venissero dai pm della Procura di Trani, autrice, insieme a quella di Napoli, di scoop giudiziari che si sono rivelati enormi bufale. Come l’inchiesta che coinvolse Berlusconi e Minzolini sul caso Santoro- Minzolini che costò comunque il posto all’allora capo dell' authority di controllo delle comunicazioni. Inchieste mediatiche, che ovviamente, e per fortuna, non vengono riproposte nel caso della signora Tarantola, che almeno per quanto ci riguarda e salvo prova contraria, può dormire sonni tranquilli.

Ah, quindi la Procura di Trani è inaffidabile quando ha accusato Berlusconi e Minzolini, perché fa inchieste mediatiche. Quindi la Tarantola può dormire sonni tranquilli. Ma titolo e sottotitolo dicono, come in perfetta storia Sallustiana, l'opposto:


Che beffa, alla Rai arriva un'indagata
La Tarantola è sotto inchiesta per non aver impedito l’immissione sul mercato bancario dei titoli tossici che hanno messo sul lastrico migliaia di risparmiatori e imprenditori
 
Ma andiamo oltre.


Non sarei invece così tranquillo sul futuro della Rai in mano a una coppia di banchieri (anche il designato nuovo direttore generale arriva da quell’ambiente), non per preconcetto ma per fatti concreti.   Già abbiamo affidato il Paese ai magistrati ritenendoli casta superiore quando i dati e le sentenze europee certificano che la nostra giustizia è la peggiore del continente. Non vorrei che ora si ripetesse lo stesso errore con i banchieri.


Quali sono, di grazia, questi fatti concreti? In che occasione abbiamo affidato il paese ai magistrati? Da dove si evince che la nostra giustizia è la peggiore del continente? Ce li dirà Mortimer Sallusti? Ricordo solo le cinque regole di un buon articolo: chi, come, dove, quando e perché. Non c'è nulla di tutto ciò in questo periodo.


Ciò che gli era stato affidato, il sistema bancario italiano, negli ultimi cinque anni ha, infatti, perso oltre il cinquanta per cento del suo valore, con punte al novanta. Se tanto mi dà tanto, non vorrei che la Rai perdesse percentuali simili in audience e autorevolezza.


 Il che è come dire: visto che le fragole quest'anno non sono emerse in abbondanza, figurati come coltiverai i cavolfiori. Anche qui manca chi, come, dove, quando e perché. 


Anche perché l'attuale direttore generale, Lorenza Lei, risorsa interna, aveva iniziato un risanamento che stava dando risultati più che apprezzabili.
Quali risultati di grazia? Se n'è andato Santoro, se n'è andata la Dandini con Vergassola, idem per la Guzzanti e la trasmissione di Fazio e Saviano. Quali sono questi risultati?

Misteri della politica, anche se più che da poteri forti queste scelte sembrano dettate da poteri occulti. Ma a Monti tutto è permesso, anche fregarsene, giustamente, dei curricula macchiati da avvisi di garanzia. Così come a Napolitano è concesso ricordare con nostalgia, come ha fatto ieri in una intervista, i bei tempi del comunismo e dire di aver cambiato poi idea senza però aver pagato dazio. E aggiungere che Berlusconi è pratica archiviata. Tanto, a prendere atto che ancora una volta si sbagliava, farà sempre tempo, nonostante l’età avanzata.


Ovviamente si guarda bene dal mettere il link, o anche il nome del quotidiano - cosa che almeno fa Libero - hai visto mai che uno si va a leggere l'intervista apparsa ieri su Repubblica. Sinceramente a me questa chiacchierata con  il direttore della Gazeta Wyborcza, Adam Michnik, mi sembra di ritrovare le parole di una persona estremamente anziana, che ha maturato la convinzione di aver commesso degli sbagli ma di aver riflettuto e ponderato un cambio di idee. In Sallusti ed in questo sua appendice piena di livore, colgo solo l'astio per non aver raccolto lui l'intervista. 

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