sabato 9 giugno 2012

Alessandro Sallusti e le primarie nel Pdl.

 Alessandro Sallusti, nell'editoriale odierno su il Giornale, ci riserva la solita dose di panzane. Innanzitutto l'incipit.




Non abbiamo il decreto sviluppo, ma in compenso il governo ha nominato il nuovo presidente e il direttore generale della Rai. Non solo non si capisce più se l’urgenza del Paese era sistemare i conti o le poltrone, ma addirittura pare che il governo non abbia il potere di fare questo passo, almeno così come è stato compiuto.  

Monti, insomma, avrebbe forzato la legge e sfidato i partiti per imporre ai vertici della Rai due signori provenienti dal mondo bancario. Ingenuità? Arroganza? Oppure calcolo per creare un incidente da prendere come scusa per uscire di scena visto che la situazione è sempre più ingestibile?

La risposta la sapremo nelle prossime ore. La certezza, ieri, è stata un’altra.

Partire direttamente dalla certezza? Se decidi di parlare delle primare del PDL, poi non ammorbarci con la nomina della dirigenza RAI.

E cioè che il Pdl farà le primarie per far scegliere alla gente chi dovrà essere il candidato premier alle prossime elezioni. Stesso annuncio da parte del Pd. Ma se a sinistra le primarie non sono una novità, per il centrodestra, abituato a una guida sola e indiscussa, si tratta di una rivoluzione. Il vertice del partito sosterrà la candidatura di Angelino Alfano, il che significa ufficializzare il ruolo di allenatore non giocatore per Silvio Berlusconi. Il quale ieri ha ribadito, sondaggi alla mano, come il partito stia pagando il sostegno al governo Monti e come gli elettori chiedano una sua presenza maggiore nell’arena della politica.

E fin qui niente che non sapessimo già dalle cronache dei giornali, e da una riflessione en passant. Chiunque, infatti, abbia sfogliato un giornale almeno una volta l'anno sa che Berlusconi dal 1994 fa e disfa il suo partito a piacimento.

Il passo è rischioso ma il dado è tratto. La nuova agenda del Pdl prevede meno Monti e più Pdl, disposto eventualmente ad allearsi con liste civiche (Montezemolo, Sgarbi, Bertolaso) che dovessero nascere, ma non disposto a spacchettarsi. L’appuntamento con le primarie è per l’autunno, sempre che la situazione non precipiti prima. Il sostegno al governo dei tecnici infatti non è più un dogma. Ci sarà solo se non verranno messi sul tavolo altri provvedimenti contrari agli interessi degli elettori di centrodestra.


Tutto questo rischio non riesco sinceramente a vederlo. Quanto alle liste, diciamo che stanno sfociando nel ridicolo.

Rispetto alle tensioni e alle polemiche della vigilia, il vertice di ieri ha rasserenato gli animi. Molto più di quanto stia accadendo nella sinistra dove la guerra fratricida dentro il Pd e tra questi e gli alleati è ormai al calor bianco. I numeri che lo danno in testa nei sondaggi dicono poco, tante sono le divisioni e le incompatibilità di fatto. Insomma, se per il Pdl, dopo la débâcle delle amministrative, la situazione non può che migliorare, la sinistra rischia di accelerare sulla china discendente, e la partita resta più che aperta.


Anche qui considerazioni già note ai più, e se vogliamo banali. Considerazioni che non levano e non mettono ai fini della formazione di un'opinione. Ricalcano argomenti già letti e straletti. Un editoriale che voglia far riflettere, dovrebbe essere meno sciapo e cogliere argomenti che sfuggono quanto meno ai più.




Decsamente sciapo.

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